Il sentiero Boschi

Il sentiero ritrovato dedicato a Boschi

Sistemato e inaugurato il nuovo tracciato che il compianto gestore del rifugio Boschetto, morto in ottobre, amava e frequentava.
Uno splendido itinerario adatto anche ai bambini alla scoperta della Foresta e della sua ricca biodiversità.

Ci sono 90 minuti di natura da riscoprire nella Foresta di Giazza, camminando lungo il sentiero che l’azienda regionale Veneto Agricoltura ha voluto intitolare a Domenico Boschi, proprietario del rifugio Boschetto, sulla strada fra Giazza e Revolto, morto lo scorso ottobre all’età di 65 anni. La famiglia Boschi era titolare di molti ettari di pascolo in Val di Revolto, ceduti all’azienda demaniale perché potesse crescere quella che oggi è la Foresta di Giazza. Ed è stato lui, che da ragazzo e da adulto non ha mai smesso di frequentare questi luoghi, a indicare ai tecnici di Veneto Agricoltura e alle guide dell’Ati Do.Ve, l’associazione temporanea d’impresa di Dogana vecchia, dov’era quel sentiero usato quand’era boscaiolo per inoltrarsi in Foresta e curare il taglio delle piante destinate alla segheria di famiglia o ai carbonai.


Poi il tempo e la crescita del bosco ne avevano fatto perdere le tracce ed è merito di Veneto Agricoltura averne cercato le vestigia, diradando la vegetazione, ripristinando i punti impercorribili e segnalandolo.

Doveroso quindi il riconoscimento a Domenico Boschi con l’intitolazione del tracciato, il cui attacco è proprio sulla strada di Revolto. di fronte al Boschetto, poi sale in 50 minuti al Baito Mandriello e dopo un tratto in piano e una lunga discesa torna al punto di partenza. «È ideale per gli itinerari didattici in un percorso ad anello che permette di attraversare la biodiversità della Foresta, illustrarne alcune peculiarità, percorribile con poca fatica da tutti», spiega Gianmarco Lazzarin, di Ati Do.Ve, che da Boschi ha raccolto e fatto tesoro dei segreti del percorso.

Al taglio del nastro hanno partecipato il neo sindaco di Selva, Aldo Gugole, i funzionari di Veneto Agricoltura Giovanni Bertazzon e Simonetta Mazzucco, i familiari di Domenico. Il cognato Tullio Gaburro, marito della sorella Giovanna, in un ricordo commosso, ha mostrato vecchie foto degli anni ’50, testimonianza del lavoro di disboscamento, della fatica e dei sudori di quegli anni quando gran parte del lavoro era fatto a mano, per uomini e donne, ricordando anche «nonna Erminia che tutti i giorni saliva a portare da mangiare ai suoi uomini».

«Sono onorato di inaugurare questo sentiero intitolato a un amico», ha esordito Gugole, «con il quale ho condiviso l’infanzia e con il quale poi la vita mi ha portato a lavorare dal punto di vista professionale contribuendo al progetto di ampliamento del suo rifugio: per me Domenico è sempre stato un fratello».
Un’offerta di collaborazione all’amministrazione è venuto da Veneto Agricoltura tramite Bertazzon, che ha ricordato le finalità dell’azienda regionale e da Simonetta Mazzucco, responsabile del settore «Educazione naturalistica», grata per il recupero ai fini didattici del sentiero.

Dopo la scoperta della targa di intitolazione, posta all’inizio del sentiero, una trentina di escursionisti hanno percorso l’intero anello, fra di loro anche il sindaco di Selva e Marco Comencini, consigliere di Verona, che al termine ha commentato: «Non lo avevo mai percorso ed è davvero bello».

Lungo il tragitto, quasi tutto all’ombra di faggi nella prima parte e di abeti rossi e bianchi nella seconda, si sono alternati nell’illustrazione delle particolarità le guide ambientali Cecilia Comencini, Maurizio Delibori, Gianmarco Lazzarin, Chiara Zanini e Alessandro Zorzi, mostrando il sito di una vecchia carbonaia, il circo glaciale di cresta sul versante opposto della valle di Revolto, insegnando a distinguere le principali specie botaniche, le peculiarità del bosco, del baito e della pozza d’abbeveraggio.

Vittorio Zambaldo


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